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STRETCHING PASSIVO | COME FARE STRETCHING

In questo articolo vedremo come fare stretching passivo, il metodo basilare e principale di stretching. L’articolo, di cui sono autore, lo trovate sul sito del Project inVictus seguendo questo link
Di seguito una citazione a tale articolo, per il resto consultate quello completo.

Possiamo definire lo stretching statico come la base delle basi: senza di esso non esisterebbero molti altri metodi. Inoltre, è quello più intuitivo e semplice da fare: per questo, ricopre un ruolo basilare. Durante lo stretching passivo, in parole semplici, ci si posiziona in una determinata posa dove il muscolo è sottoposto ad allungamento e “passivamente” quindi assecondando la forza di gravità, si rimane in posizione di allungamento.

Ma cosa significa “posizione di allungamento”? Già da qui in molti potrebbero avere dei dubbi, in quanto noi sentiamo tirare, ma non ne conosciamo la ragione. Una posa è di allungamento perché uno o più muscoli si trovano in una posizione in cui le fibre muscolari sono allungate oltre il loro abituale standard: l’origine di tali muscoli si trova più lontano del normale dall’inserzione degli stessi. Lo stretching in questione si chiama passivo perché passivamente, lentamente, assecondiamo la forza di gravità per metterci in una posizione di allungamento, lasciando che ci spinga verso il basso o in determinate posizioni. Non sarà sempre la forza di gravità a renderci agile il lavoro, ma dovremo spesso impegnarci mediante determinati movimenti del corpo, a posizionarlo nella miglior maniera per massimizzare i benefici di una posa.

Vista la semplicità e l’intuitività di questo tipo di allenamento, lo stretching passivo è il più indicato per i soggetti principianti, coloro che si affacciano allo stretching per le prime volte, oppure per chi è molto rigido. Non solo per la sua semplicità, ma anche per un discorso di pesantezza e rischio di infortuni: lasciar allungare un muscolo sotto gravità, senza sottoporlo a bruschi allungamenti (come nello stretching dinamico) o allungamenti forzati (come nello stretching con l’ausilio di pesi) ecc. sarà più sicuro per il soggetto principiante e porterà ad una progressione graduale nel tempo. Inoltre, nei soggetti rigidi, metodi avanzati hanno minor efficacia in quanto potranno agire su un range di movimento troppo ridotto, quando hanno bisogno di maggior elasticità muscolare per essere produttivi. Quindi, se siete principianti, lo stretching passivo sarà il vostro migliore amico (assieme al PNF… Ma questa è un’altra storia!).

Tratto da: https://www.projectinvictus.it/stretching-passivo/ – Copyright © projectinvictus.it


Vi ricordo che per ulteriori consigli e per tanti tanti esercizi di stretching c’è il mio canale Instagram che trovate quì.

A presto, Elia

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